Il dovere uccide il piacere.
Chi ha visto la partita del Pescara contro il Perugia del 24 Gennaio scorso?
Siccome mi piace usare degli avvenimenti reali per spiegare dei concetti utili alla vita quotidiana, in questo articolo vi porto a riflettere su un particolare di estrema importanza alla buona riuscita delle imprese che intendiamo compiere.
Riflettendo su un aspetto di quella partita, vedremo come la mente guida le nostre azioni in maniera consapevole o inconsapevole, sta a noi decidere.
Tornando per un attimo al calcio, sembra ovvio che tutte le squadre vogliono vincere le proprie partite, ma ci sono dei casi in cui sei obbligato a vincere. La differenza che intercorre tra la voglia di vincere e l’obbligo di vincere è il focus su cui riflettere.
In questo caso entrambe le formazioni erano per cosi dire obbligate a farlo, perché il Pescara sta correndo per la promozione in serie A, e non vuole perdere terreno, mentre il Perugia, che orbita a metà classifica, voleva vincere a tutti i costi perché arrivava da diversi turni consecutivi di sconfitta.
Chi ha assistito all’evento, probabilmente si sarà accorto di come, al di la delle singole abilità di ogni squadra e non volendo entrare in tecnicismi di gioco che non sono di mia competenza, ambedue (ma soprattutto una) cercavano di fare risultato facendo un bel gioco ma finalizzando pochissimo. Un gioco molto fisico e di gran velocità ma che non portava nessuna delle due squadre a segnare.
Sembrava come se, dopo la costruzione di una bella azione, gli sforzi venissero vanificati dal destino avverso.
In realtà, ad una attenta osservazione, i giocatori stavano vivendo con estrema tensione la responsabilità del risultato. La naturale conseguenza di questa tensione, mi ha, perdonatemi la metafora, fatto accostare la partita all’opera teatrale di William Shakespeare: “molto rumore per nulla”. Difatti, al di la di un autogol, quindi un caso fortuito, probabilmente il primo tempo si sarebbe chiuso sullo zero a zero.
Nel secondo tempo qualcosa è cambiato. Il Pescara è riuscito a segnare, ed ha quindi consolidato il proprio vantaggio. Da quel momento la partita ha preso un altra piega ed il Pescara è arrivato senza alcuna fatica a segnare altre due reti.
Cosa è accaduto? Semplice, Il Pescara non sentiva più la tensione dell’obbligo ed ha potuto esprimere il proprio gioco senza il carico mentale del dover fare il risultato. I giocatori hanno avuto accesso alle loro potenzialità senza filtro alcuno e si sono quindi “impossessati” del campo generando un gioco ancora più bello da vedere per gli appassionati ed anche efficace in termini di risultato.
In sintesi, non appena hanno battuto il proprio “nemico interno”, ovvero il peso della responsabilità che gravava su di loro in termini di risultato obbligatorio, sono decollati perché non avevano più la zavorra.
Esattamente il contrario è accaduto alla squadra avversaria che dal momento che è stata sovrastata psicologicamente dagli avversari, e quindi il suo “nemico interno” è diventato ancora più pesante, ha iniziato a sbagliare ancor di più finendo per non giocare gli ultimi istanti della partita, e chiedendo di fatto all’arbitro di fischiare ancor prima che finissero i minuti di recupero.
E’ chiara la lezione? Il dovere uccide il piacere inibendo le naturali capacità e potenzialità dell’essere. E’ un processo naturale in cui la situazione carica di stress modifica i parametri biochimici e fisici dell’individuo che ovviamente risponde con comportamenti alterati e solitamente meno efficaci.
La situazione può essere modificata solo con una buona preparazione mentale che aumenti la propria resilienza e la propria capacità di controllare situazioni stressogene . Il saper gestire il carico mentale potrebbe fare la differenza tra il riuscire ed il non riuscire.
Questa analogia con la partita è utile a capire che anche nelle situazioni di vita quotidiana, tantissimi intoppi che sembrano insormontabili, in realtà sono tali solo perché stiamo dando cibo al nostro avversario interno che ci impedisce di esprimerci al pieno delle nostre capacità.
Non è il solo dover fare qualcosa a tutti i costi che ci inibisce, ma anche le paure, le responsabilità, la sensazione di inadeguatezza verso qualcosa o qualcuno e molto altro. Ecco solo alcuni esempi:
- Paura di un esame
- Responsabilità per gli impegni presi
- Dover rispettare tempistiche lavorative
- Incapacità a gestire una relazione
- Paura di sbagliare
- Timidezza
- Paura per un nuovo incontro
- Dover cambiare casa
Perché accade?
Ovviamente la macroarea di riferimento che accomuna tutto quello di cui stimo parlando, si chiama paura. Paura di sbagliare, paura di essere inadeguati, paura del giudizio e cosi via.
L’essere umano, per sua natura e per imposizioni più o meno volute dal tipo di istruzione e di educazione che riceve fin dalla nascita, è solito porre l’accento su ciò che non va bene piuttosto che su ciò che va bene, è focalizzato più sui problemi che sulle soluzioni. Si intuisce quanto facile sia cadere in alcune trappole mentali che ci portano a vivere con eccessivo stress situazioni che in verità potrebbero essere vissute in totale scioltezza e con estremo successo.
Cosa fare?
Ogni persona è unica ed irripetibile, per cui non esiste una ricetta valida per tutti che ci possa aiutare a fronteggiare momenti di tensione facendoci attingere a tutte le nostre potenzialità.
Di certo il saper dare il giusto peso alle vicende che dobbiamo affrontare ristrutturandole in maniera cognitiva piuttosto che lasciandoci guidare dagli autoinganni che la nostra mente ci propina, già ci aiuta ad affrontarle in maniera migliore.
Il potere che la mente ha sul corpo può essere un vantaggio enorme se sai come usarlo, ma se lasciato al caso, o se non indirizzato bene, può ritorcersi contro con effetti devastanti sulle nostre prestazioni.
Ecco il perché della differenza di prestazione dei giocatori del Pescara dopo che si erano assicurati un cospicuo vantaggio. Se avessero saputo come indirizzare i loro pensieri in funzione della partita, piuttosto che sulla possibilità di poter perdere punti in funzione del campionato, probabilmente avrebbero giocato più proficuamente fin dall’inizio.
Inizia a considerare la possibilità che tantissime cose che fai con estrema fatica, probabilmente potrebbero essere vissute con scioltezza ed efficienza se sapessi usare il potere della tua mente.
Parola di Mental Coach 😉