Sono ormai alcuni anni che lavoro su me stesso al fine di poter essere una persona migliore ed un professionista eccellente.
Non è pensabile poter lavorare come consulente, come Coach e formatore e non fare un lavoro profondo su se stessi.
Ovviamente poter frequentare corsi di formazione e leggere fa bene a tutti, non solo agli addetti ai lavori, ma è obbligatorio per chi svolge un’attività di sostegno come la mia.
Quando ho iniziato a studiare più approfonditamente la metodologia del Coaching, una delle cose che mi è stata insegnata è stata l’importanza dell’ascolto. Saper ascoltare è parte fondamentale di una comunicazione efficace.
Fin da subito ho dato peso all’ascolto avendone capito l’importanza ed anche in virtù del fatto che è una mia inclinazione personale.
Qualcuno potrebbe dire che è facile. Tutti abbiamo le orecchie per ascoltare. In realtà, fin troppo spesso, le orecchie si limitano a sentire. Il sentire è un atto fisico che consiste nel riconoscere i suoni, mentre ascoltare corrisponde ad un processo intellettuale di comprensione di quanto viene detto. Ti sembra la stessa cosa?
Questo accade perché l’inclinazione naturale del nostro cervello fa si che ci sia una specie di filtro che seleziona solo quello che vogliamo ascoltare tralasciando quello che non ci interessa. Pensa a quando ti presentano una persona e nello stesso istante in cui gli stringi la mano, hai già dimenticato il suo nome perché eri impegnato a farti un giudizio su di lei. Quante volte ti è capitato, o quante volte hai sentito questa frase: “scusa, io per imparare i nomi ci metto tempo…” oppure “io per i nomi…”.
L’effetto viene amplificato nel caso di una discussione animata laddove siamo molto coinvolti emotivamente. In quei casi, mentre l’altro interlocutore parla, stiamo pensando a cos’altro dire appena riprendiamo la parola evitando completamente di ascoltare le sue ragioni.
Inutile dire che in una discussione del genere, che in gergo definiamo simmetrica, non si va da nessuna parte. Un po’ come accade nelle dibattiti serali che trasmettono in TV. Tutti strillano, si parlano sopra, non si spostano dal loro punto di vista, anche perché a priori non gli interessa quello dell’altro, ed alla fine nessuno ha capito nulla e non si è arrivato a nulla.
Questa cattiva abitudine, così come l’abbiamo presa possiamo cambiarla.
Ovviamente va fatto uno sforzo per imporsi di rimanere in ascolto del nostro interlocutore e cercare di capire esattamente quello che ci sta dicendo, per poi poter rispondere adeguatamente.
Quali sono i presupposti per avere un ascolto attivo?
Per poter raggiungere un buon grado di ascolto attivo, bisogna allenarsi costantemente e sforzarsi a:
- Evitare di interpretare quello che stiamo ascoltando
- Evitare di giudicare
- Ascoltare senza interrompere
- Verificare la comprensione di quanto ci viene detto
- Imparare a riconoscere le altrui emozioni (empatia)
Riuscire a padroneggiare tutti e cinque gli aspetti di un buon ascolto richiede tempo e passione, anche perché dobbiamo sforzarci cognitivamente di non assumere dei comportamenti che in realtà ci vengono naturali.
Cosa posso fare?
Un buon esercizio, che feci anch’io quando imparai l’importanza dell’ascolto, viene chiamato “esercizio del venti-ottanta”.
Esso consiste nell’allenarsi ogni giorno, per almeno un mese, a cercare di suddividere la nostra comunicazione in 20% di parlato e 80% di ascolto.
Devi sforzarti ad ascoltare per i 4/5 del tempo che stai dialogando con qualcuno e a parlare per 1/5 del tempo.
Puoi eseguire questo esercizio mentre sei a casa, al lavoro, in palestra, praticamente in ogni luogo e con chiunque. Sarà dura, ma ci si può riuscire 🙂
Cosa accade dopo un mese?
Dopo un congruo periodo di tempo, accadrà che avremo allenato il nostro cervello ad un nuovo modo di interagire durante la comunicazione. Ovvero avremo iniziato a modificare il vecchio percorso neuronale che non ci consentiva di ascoltare attivamente, a favore del nuovo.
In questo modo inizieremo a fare tutte e cinque quelle cose descritte nell’elenco puntato di sopra che ci consentiranno di iniziare a:
- Avere una comunicazione efficace
- Far valere e far comprendere il nostro punto di vista
- Capire le altrui emozioni
- Comprendere a fondo il reale significato di quello che ci viene detto
- Rispettare l’altrui punto di vista senza giudicarlo
- Essere assertivi
Il risultato in termini pratici sarà che capiremo meglio il senso dei discorsi, ci faremo capire meglio e ci arrabbieremo di meno nelle discussioni animate.
Ho detto che questo esercizio è un buon inizio, perché in realtà ascoltare è un’arte che non si finisce mai di imparare.
C’è una citazione di cui non conosco la fonte, che recita: “L’uomo impiega circa venti mesi per imparare a parlare, ma non gli basta una vita intera per imparare ad ascoltare”.
M.C.